Erri De Luca è a Buenos Aires per quattro giorni, invitato dall’Istituto Italiano di Cultura. Mi riceve al mattino nella hall dell’hotel. Aspetto che finisca l’intervista precedente. A dieci di metri di distanza, la sua voce bassa arriva comunque nitida. Invita ad avvicinarmi, approfitto anche delle
Tra il cielo e la terra neri, solo una linea rossa a marcare l’orizzonte, le luci della biglietteria e quelle del “Diagoras”, il traghetto pronto a salpare dal porto di Rodi. Sulla nave una coppia di inglesi, poche famiglie greche, una quarantina di militari. Giochi di carte, sigarette, foto di gruppo.