Tra il cielo e la terra neri, solo una linea rossa a marcare l’orizzonte, le luci della biglietteria e quelle del “Diagoras”, il traghetto pronto a salpare dal porto di Rodi. Sulla nave una coppia di inglesi, poche famiglie greche, una quarantina di militari. Giochi di carte, sigarette, foto di gruppo.
«Come ti riconosco? Avrai un garofano nel taschino?». Al telefono una voce che sembra aver scherzato tutta la vita. Poco dopo siedo ai tavolini del “Pizzicato”, il bar più affollato di Vico del Gargano, anche adesso che sono le 11 e fa caldissimo, di fronte a un uomo con berretto e baffoni bianchi. Regista
«Quasi come una nave ancorata su uno sperone di roccia, un veliero senza vele, pronto a salpare verso l’orizzonte e verso la speranza, il trabucco mi affascinava, con la sua immagine che sapeva di antico. Un intreccio di pali, di corde, di fili di ferro. Un’enorme rete protesa
D’estate, durante il giorno, il corso e la piazza principale di Montescaglioso, a quindici chilometri da Matera, sono deserti. Con il sole alto, i pochi presenti si rifugiano nell’esigua linea d’ombra formata dai palazzi, magari al tavolo di un bar. Di sera, invece, i giovani percorrono avanti e indietro
Gli occhi azzurri di Babbo Natale scrutano il tramonto e le barche che si allontanano dal porticciolo. Due donne riportano dentro casa i vestiti appesi, mentre una nuvola nera si affaccia oltre i palazzi in prima fila. Sul molo, quattro uomini riparano una corda e quattro bambini giocano a calcio. Tutt’intorno
Bisognerebbe ascoltare le vecchie storie di questa terra: bambini, tesori, animali, macellai, pugnali, donne. Un giorno ero con un contadino, che raccontava in dialetto stretto. All’inizio non capivo che mi stesse dicendo e lo fermavo ogni due secondi: – che hai detto, che hai detto? – . Poi mi sono