Già dalla stazione degli autobus di Tiburtina, tra le persone che gravitano intorno alle corriere di vecchia e nuova generazione che andranno commosse verso l’Italia interna, si nota una gentilezza sconosciuta nella Tiburtina che sta dall’altra parte della strada, la Tiburtina della metro e dei treni.
«You have to live a happy life», canta un ragazzo africano in metropolitana. La canzone dura dieci minuti. Stessi accordi, stessa melodia. Rende allegro il mattino. Chitarra in mano, canta e ondeggia da un lato all’altro. Lo imitano due bambini biondi, caschetto
Ormai è chiaro: la Lega di Salvini è un grande esperimento umanitario di Xenofobia Inclusiva.
Dopo anni a vomitare insulti su Napoli e il sud, è bastato individuare il nemico altrove e noi napoletani e terroni da discriminati siamo passati a discriminare. Se fino a ieri era impensabile un napoletano
Erri De Luca è a Buenos Aires per quattro giorni, invitato dall’Istituto Italiano di Cultura. Mi riceve al mattino nella hall dell’hotel. Aspetto che finisca l’intervista precedente. A dieci di metri di distanza, la sua voce bassa arriva comunque nitida. Invita ad avvicinarmi, approfitto anche delle
D’estate, durante il giorno, il corso e la piazza principale di Montescaglioso, a quindici chilometri da Matera, sono deserti. Con il sole alto, i pochi presenti si rifugiano nell’esigua linea d’ombra formata dai palazzi, magari al tavolo di un bar. Di sera, invece, i giovani percorrono avanti e indietro
«Come ti riconosco? Avrai un garofano nel taschino?». Al telefono una voce che sembra aver scherzato tutta la vita. Poco dopo siedo ai tavolini del “Pizzicato”, il bar più affollato di Vico del Gargano, anche adesso che sono le 11 e fa caldissimo, di fronte a un uomo con berretto e baffoni bianchi. Regista